Facciata di Palazzo Fuga a Napoli

Palazzo Fuga – Real Albergo dei Poveri

Il Real Albergo dei Poveri, situato nel cuore di Napoli, è un vero e proprio gioiello architettonico. Conosciuto come il più grande palazzo barocco d’Europa, questo monumento storico è stato recentemente oggetto di un ambizioso progetto culturale che mira a riqualificare e rigenerare lo spazio urbano circostante.

Costruito nel XVIII secolo, il Real Albergo dei Poveri era originariamente un luogo di accoglienza per i meno fortunati. Tuttavia, nel corso degli anni, il palazzo ha subito un progressivo degrado, fino a diventare una struttura abbandonata e in rovina.

Il Real Albergo dei Poveri: Un Progetto Culturale per la Riqualificazione di Napoli

Il progetto culturale per la riqualificazione del Real Albergo dei Poveri è stato concepito con l’obiettivo di restituire a questo magnifico edificio il suo antico splendore e, al contempo, creare uno spazio dedicato alla cultura e all’arte.

Uno dei punti chiave del progetto è la trasformazione di alcune aree del palazzo in spazi espositivi, dove artisti locali e internazionali potranno esporre le proprie opere. Ciò non solo permetterà di valorizzare l’arte contemporanea, ma contribuirà anche a promuovere il turismo culturale nella città di Napoli.

Ma il progetto non si ferma qui. Oltre agli spazi espositivi, il Real Albergo dei Poveri ospiterà anche un centro culturale polifunzionale, che offrirà una vasta gamma di attività culturali, come conferenze, concerti, spettacoli teatrali e molto altro ancora. Sarà un luogo di incontro e di scambio, dove la comunità potrà partecipare attivamente alla vita culturale della città.

La riqualificazione del Real Albergo dei Poveri non riguarda solo gli interni del palazzo, ma anche gli spazi esterni. Saranno creati nuovi giardini pubblici e aree pedonali, che contribuiranno a rendere l’intera area più vivibile e piacevole per i residenti e i visitatori.

Questo progetto rappresenta un importante passo avanti nella riqualificazione urbana di Napoli. Non solo restituirà un importante patrimonio culturale alla città, ma contribuirà anche a creare nuove opportunità di lavoro nel settore culturale e turistico.

Il Real Albergo dei Poveri è un esempio di come la cultura e l’arte possano essere utilizzate come strumenti di rigenerazione urbana. Questo progetto dimostra che investire nella cultura non solo arricchisce la vita delle persone, ma può anche trasformare intere città.

Palazzo Fuga o Real Albergo dei Poveri, è il più evidente complesso monumentale di rilievo del settecento in Europa, ideato e costruito dall’architetto Ferdinando Fuga, per volere del re Carlo III di Borbone che volle fare del palazzo, un’istituzione caritatevole di prim’ordine per dare asilo ai poveri. Si narra di storie di fantasmi e presenze misteriose.

Fuga per la prospettiva, quattrocento metri di palazzo che costeggiano via Foria, in un susseguirsi di cinque ordini di finestre senza fine, intervallate da lesene, con tinpano centrale.
Il labirinto di Napoli. Fuga per l’architetto, chiamato a Napoli nel 1751, tra i protagonisti del programma di rinnovamento edilizio borbonico.

Il Real Albergo dei Poveri è il maggiore palazzo monumentale di Napoli, il più grande palazzo barocco d’Europa, voluto non solo per accogliere e assistere gli, indigenti ma per funzionare da opificio, per produrre, insegnare e indirizzare i cittadini verso un lavoro. Oggi si direbbe che palazzo Fuga non è solo assistenzialismo ma una politica attiva del lavoro. Una celebrazione all’illuminismo.

Il progetto originario doveva estendersi su una superficie di 600 metri di lunghezza e una larghezza di 135, comprendere cinque grandi cortili, uno dei quali, quello centrale, doveva ospitare una cappella con pianta radiale a sei bracci. Ancora oggi, imponente nella sua mole, l’Albergo incanta per il suo ingresso scenografico: una corte centrale con una scala a doppia rampa balaustrata.

Per volere del sovrano, nacque allo scopo· di dare ospitalità a poveri, orfani e mendicanti, in un progetto di garanzie della sicurezza urbana (anche successiva all’industrializzazione) di accoglienza e rieducazione (anche dei detenuti), sull’idea del valore terapeutico del lavoro. Si soccorrevano in particolare gli orfani dell’Annunziata, con l’insegnamento di un mestiere, e i mutilati di guerra. Con gli anni nel palazzo furono avviate anche una prestigiosa scuola di musica (1838), che fornì per vari anni suonatori provetti alle compagnie militari, e una scuola per sordomuti.

L’immensa struttura che domina da oltre trecento anni, Piazza Carlo III, l’ultimo baluardo dello sviluppo urbanistico e architettonico voluto dal re di Napoli e di Sicilia, Carlo III di Borbone di cui, quest’anno festeggiamo il 300° anniversario della sua nascita. E’ inserito fra Via Foria accanto l’Orto Botanico di Napoli e si prolunga su Via Bernardo Tanucci, per diversi metri. Oggi possiamo ammirare l’imponente facciata in parte restaurata tinteggiata di rosa e bianco, lo scalone monumentale che porta al salone d’ingresso e il maestoso frontone che svetta con l’orologio, dove anche il tempo sembra arrestarsi.

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Gli interni

L’interno è articolato attorno a tre cortili. Il cortile centrale è occupato dal corpo a croce di Sant’Andrea costituito da un solo piano che avrebbe dovuto essere la base della grande chiesa a pianta radiale con navata centrale e quattro bracci (navate laterali) che collegano detto cortile ai corpi laterali.

I cortili laterali, erano adibiti a giardini, con aiuole per la parte centrale, mentre perimetralmente per uno larghezza di circa dieci/otto metri costituivano spazi ricreativi con campetti di calcio, palla a volo, ecc. Il cortile dell’ala prospiciente via Bernardo Tanucci è utilizzato come parcheggio.

L’edificio è, inoltre, dotato di ben 430 stanze di differenti dimensioni a seconda della posizione: le più grandi, che occupano i volumi delle ali laterali, misurano su tutti i livelli 40 metri di lunghezza, sono larghe ed alte 8 metri.

Real Albergo dei Poveri, l’opportunità del PNRR

Il Governo ha inserito il Real Albergo dei Poveri nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un finanziamento di 100 milioni di euro. L’intervento ha l’obiettivo di innescare una riqualificazione e rigenerazione dello spazio urbano connesso, da piazza Carlo III e via Foria, realizzando una passeggiata con ampliamento delle zone pedonali, fino alla zona museale oltre piazza Cavour.

Il ‘Capitolo Sud’ del PNRR assegna 100 milioni di euro alla rinascita dell’Albergo dei Poveri. “L’inserimento dell’opera nel Piano – afferma il Ministero per il Sud – garantisce la ristrutturazione entro il 2026, dopo trent’anni di tentativi inefficaci: è uno dei progetti di maggior valore simbolico attivati nel Mezzogiorno, sia per l’enorme valore architettonico del Palazzo settecentesco sia per la vocazione sociale e culturale che può farne il cantiere-icona della rinascita del Sud”.

Con l’intento di restituire all’infrastruttura una vocazione sociale e culturale, il progetto prevede un’articolazione funzionale incentrata su:
– patrimonio storico-artistico (raccogliere una molteplicità di funzioni e attività per il restauro, la gestione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, aperte alla partecipazione collettiva, realizzando un volano per l’occupazione giovanile qualificata, anche attraverso l’installazione di una scuola professionale del restauro)

«L’Albergo dei Poveri – ha aggiunto Franceschini – è una grande sfida nazionale per il Paese, ma servono ancora più risorse. Cento milioni non bastano, sembra strano ma ne serviranno di più».

Ipotesi d’uso di Palazzo Fuga

Forse il Real Albergo dei Poveri potrebbe aiutare a risolvere la congestionata condizione museale napoletana?

È un’idea che prende spunto da numerose best practices a livello europeo, come la recente apertura del Depot Museum Boijmans von Beuningen di Rotterdam: un intero edificio destinato a ospitare i depositi del museo, intesi come visibili e visitabili. Iniziative simili si susseguono con sempre maggiore frequenza, come nel caso del Louvre Conservation Centre di Liévin, ma anche nelle Sale Studio del Museo Nazionale di Palazzo Venezia o nella possibilità di visitare i depositi della Galleria Borghese (allestita come una quadreria con ben 260 dipinti esposti), la famosa “Gallery A” al piano terra della National Gallery di Londra che ospita le opere non esposte, nonché, tra i mille esempi a disposizione, anche la Studiengalerie alla Gemäldegalerie presso il Kulturforum di Berlino, in cui le opere dei depositi sono state musealizzate.

Tutte buone pratiche che a Napoli potrebbero essere imitate e trovare una degna sede nel contesto della riqualificazione del Real Albergo dei Poveri come struttura museale.

Il sogno è quello di dare visibilità agli innumerevoli capolavori custoditi nei depositi del Museo Archeologico, del Museo di Capodimonte, ma anche alle circa 900 opere dell’Ottocento napoletano non esposte al Museo Nazionale della Certosa di San Martino, per non parlare delle arti decorative non incluse nel circuito espositivo del Museo Nazionale della ceramica Duca di Martina, delle opere del Tesoro di San Gennaro, del quale si riesce a esporre presso la struttura museale in via Duomo neanche il 10% del patrimonio conservato.

L’obiettivo di Dario Marco Lepore, presidente del movimento RAM Rinascita Artistica del Meridione, è quanto mai ambizioso.