Castel dell’Ovo
A strapiombo sul mar Tirreno, troneggia Castel dell’Ovo, uno dei principali tesori artistici partenopei. È situato sull’isolotto di Megaride e la sua edificazione, su uno dei tanti siti sacri pagani, viene fatta risalire attorno al 1120.
Il suo nome trarrebbe origine da una delle leggende che avvolgono il castello: un racconto d’epoca medievale narra che il poeta latino Virgilio vi nascose, in una gabbia, un uovo magico, posto all’interno di una caraffa di vetro colma di acqua. La gabbia sarebbe poi stata collocata in una camera dei sotterranei della fortezza, ma, ad oggi, non è stata ancora trovata, e, per fortuna, poiché pare che sull’uovo incomba un sortilegio da cui dipende il destino del castello.
Successivamente, si iniziò a credere che finché l’uovo non verrà rotto, il castello e Napoli saranno al riparo da sciagure umane e calamità naturali.
Esternamente svettano due possenti torri, chiamate Maestra e Normandia. Lo spazio interno è custode di resti di grande valore artistico, come quelli della Chiesa di San Salvatore o di un loggiato quattrocentesco; non mancano altri luoghi ugualmente interessanti e di pregio, quali una loggia ogivale del Trecento tramutata poi in cappella, le celle dei monaci e il terrazzo panoramico, da cui ammirare la baia di Napoli in tutto il suo splendore, con i cannoni spagnoli rimasti puntanti verso la città.
L’antico castello di Napoli e la sua leggenda
Tra gli edifici più interessanti e spettacolari di Napoli, l’antico maniero sorge su un’isoletta conosciuta dall’antichità con il nome di Megaris, posta di fronte al piccolo proto di Santa Lucia e oggi conosciuta da tutti semplicemente come “Borgo Marinari“. Il nome di questo castello desta da sempre tanta curiosità nei visitatori che amano immortalarlo nelle loro fotografie.
Sorge sull’isolotto di Megaride, costituito da due scogli uniti tra di loro da un grande arcone. Al centro di ogni immagine del Golfo di Napoli spicca inconfondibile ed imponente il profilo di Castel dell’Ovo, che sorge sull’antico Isolotto di Megaride, dove ci fu il primo insediamento greco ad opera dei Cumani, che poi si trasferirono sulla terraferma e fondarono Partenope. Prende il suo nome dalla leggenda che narra come Virgilio, il grande poeta latino che nell’iconografia napoletana è detto “il mago Virgilio”, avesse nascosto fra le fondamenta della costruzione un uovo dalla cui salvaguardia “pendevano tutti li facti e la fortuna di Castel Marino” Sull’isolotto e sul Monte Echia, nel I secolo a.C., durante la dominazione romana, fu costruita la celebre villa di Lucio Licinio Lucullo, di cui rimangono i rocchi delle colonne nella cosiddetta “Sala delle Colonne“.
La vastità dell’impianto architettonico la straordinaria posizione, la bellezza degli spazi interni e disponibili alla realizzazione di eventi, ne fanno un sito di enorme suggestione e grande effetto scenografico. Convegni, mostre, sfilate, trovano nel castello e nei suoi spazi, nel mare che lo circonda, nella città che lo abbraccia, uno sfondo di indimenticabile bellezza, insomma una location speciale.
La leggenda narra che nel mare di Napoli, tanto tempo fa, vivessero delle sirene metà donne e metà uccello. Un giorno, la sirena Partenope insieme alle sue sorelle tentò di incantare con il suo canto Ulisse e la sua ciurma. L’eroe, però, riuscì a non cadere nella trappola delle belle sirene facendosi legare all’albero maestro della nave. Le sirene, sconvolte per il fallimento si abbandonarono alle onde. Pertenope, invece, rimase impigliata tra gli scogli di Megaride, e proprio in quel luogo prima di morire depose un uovo.
Fu il poeta Virgilio, conosciuto nella città napoletano per essere anche un grande mago, a recuperare l’uovo della sirena e a farne qualcosa di “magico” e leggendario. Il poeta latino, infatti, nascose l’uovo nei sotterranei del castello. In città si iniziò a credere che finchè l’uovo incantato non si fosse rotto, la città e il suo castello sarebbero stati protetti da ogni tipo di calamità. Al contrario, se fosse accaduto qualcosa all’uovo nascosto dal poeta latino, si sarebbero scatenate pericolose e devastanti sciagure per Napoli e per tutti i napoletani.
L’antico Castrum Lucullanum
Un antico maniero torvo, se non fosse per il giallo tufo cbe lo fa risplendere tra i flutti. Roccaforte leggendaria che sorregge il ritmo incalzante dei secoli, alternanza di sovrani e santi, monaci eremiti, imperatori deposti, illustri prigionieri quando le sue mura spesse divennero carcere e memorie di uomini impresse nelle pagine di storia.
Antichissimo, risale al ducato napoletano e prima ancora al Castrum Lucullanum, alla leggenda del Mago Virgilio, che gli pianta un uovo nella pancia a protezione della città, e all’ultimo imperatore romano d’Occidente, tenuto prigioniero (ma era più un esilio con tanto di rendita) dal barbaro Odoacre nel 476. In seguito, quest’isolotto vulcanico, estrema propaggine in tufo del promontorio di Pizzofalcone, fu sede di una fervida vita monastica.
Sotto gli spagnoli è tutto il sistema difensivo napoletano che subisce un profondo rinnovamento, adeguato alle nuove tecniche difensive con i progressi dell’artiglieria. Il castello si libera dell’amministrazione e del ruolo di residenza acquistando la fisionomia di una grandiosa batteria a mare, in grado di sprigionare un’elevata p·otenza di fuoco lungo tutto l’arco del golfo.