"BasÏraba" complesso di San Filippo a Tursi

Progetto “Basiraba” sulle tracce degli arabi a Tursi

Rabatana crocevia della religione Cristiana e Islamica

Il prossimo 17 dicembre presso il Complesso Monumentale di San Filippo Neri si svolgerà il secondo evento scientifico e culturale che il Comune di Tursi ha dedicato al patrimonio tangibile e intangibile del territorio tursitano della Rabatana crocevia della religione Cristiana e Islamica.

Questo evento, dedicato ai culti e ai riti funebri nella chiesa di San Francesco d’Assisi a Tursi, rientra nei programmi dell’Amministrazione Comunale del progetto “Basìraba” sulle tracce degli arabi ed è finalizzato alla valorizzazione del patrimonio culturale nell’ambito dell’iniziativa di catalogazione del patrimonio tangibile e intangibile predisposta dalla Regione Basilicata.

Il tema scelto per il 2016 è in linea con il programma avviato con l’edizione della manifestazione del 30 ottobre 2015 nella quale si è presentato il programma generale e si è avviata la prima fase di comunicazione del progetto “Basìraba”.
Nell’occasione dell’evento del 2015 si è esposta la collezione d’arte dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del territorio di Tursi, composta da opere di pittura e scultura e da prodotti cinematografici rappresentativi dei temi indicati. In questa occasione è stato anche posto in evidenza lo stato di conservazione del complesso monumentale di San Francesco di Assisi a Tursi e la straordinaria potenzialità culturale dei suoi manufatti ancora superstiti. In particolare si è fatto riferimento alla necessità di recuperare i reperti dell’ultima tomba ancora presente all’interno dell’antica chiesa e alla possibilità di avviare uno studio per la loro datazione.

A questo proposito alcuni frammenti dei tessuti rinvenuti all’esterno della tomba in occasione delle prime visite del settembre 2015 sono stati studiati per identificarne la loro datazione. Lo studio è stato condotto con il contributo del Comitato Tecnico, Scientifico e Culturale della Fondazione “La Rabatana” del Comune di Tursi ed è stato effettuato dal Professore Filippo Terrasi, ordinario del Dipartimento di Matematica e Fisica della Seconda Università degli studi della Campania e Direttore del centro di ricerche isotopiche CIRCE del Centro Regionale di Competenza per i beni culturali INNOVA.

Il primo studio condotto ha individuato quale possibile datazione del reperto di tessuto esaminato il XVII secolo con una probabilità, di oltre il 66%, relativa ad un periodo tra il 1647 e il 1666. I frammenti di tessuto recuperati e presentati in occasione della manifestazione del 2015 fanno parte di un vestito femminile di particolare raffinatezza ed esecuzione, databile intorno agli anni evidenziati dall’esame al Carbonio 14 effettuato dal Professore Terrasi e rappresentativo del corredo funerario della tomba posta nell’abside della chiesa di San Francesco.
L’importanza di questi reperti hanno portato alla necessità del loro recupero, conservazione, esposizione e valorizzazione per il futuro studio ed analisi. A tale proposito è tuttora in corso un ulteriore fase di conoscenza dei manufatti recuperati, sia attraverso la raccolta di dati storici relativi alla individuazione di nobildonne decedute negli anni indicati dal primo esame, sia attraverso l’ulteriore analisi al Carbonio 14 di frammenti ossei del corpo ritrovato e di quelli dell’antica bara in legno.

L’esposizione di questi reperti rappresenta il tema principale sul quale si articola l’intera manifestazione per l’anno 2016. Il misterioso racconto che è oggi è possibile ipotizzare sulle prime testimonianze analizzate è stato il tema che ha ispirato gli artisti che hanno aderito alla realizzazione di altre opere che incrementano la “Collezione” pubblica del Museo Diocesano del complesso di San Filippo a Tursi.
Queste opere, composte da dipinti, acquarelli, sculture, tecniche miste e prodotti cinematografici saranno visibili a partire dal 17 dicembre prossimo, con inaugurazione alle ore 17,30, presso il chiostro e le sale del Museo di San Filippo e successivamente anche sul Sito Ufficiale della Fondazione “La Rabatana”, www.larabatana.it.
Le opere accompagneranno i visitatori all’esposizione dei reperti recuperati dalla tomba dell’altare maggiore della chiesa di San Francesco e alla scoperta della loro storia. L’avvio di questo viaggio misterioso attraverso i reperti antichi in studio e le nuove interpretazioni degli artisti e videomaker che hanno aderito all’iniziativa per conoscere la storia dell’antico quartiere arabo della “Rabatana”, di cui Il complesso di San Francesco potrebbe rappresentate uno dei primi nuclei architettonici e militari dei Ribat islamici, inizierà con la presentazione del video di Patrizio Garofalo dal titolo “Islana”. Le altre opere che integreranno la collezione d’arte condurranno i visitatori a scoprire la storia legata ai reparti e ai resti mortali della nobildonna sepolta sotto il pavimento dell’abside della chiesa di San Francesco. Gli antichi ritrovamenti, compreso il corpo ed il vestito della nobildonna tursitana, ricostruiti e posti nelle condizioni di conservazione che consentono la loro esposizione, potranno essere scoperti dai visitatori insieme ad altre opere d’arte specificatamente realizzate per questo evento.

Le opere che accompagnano la scoperta dei reperti antichi rappresentano la nuova collezione di foto di Rocco Scattino, dedicata al racconto delle pietre e dei muri della chiesa di San Francesco, e altre realizzazioni polimateriche create con la “Sabbia di Tursi” ed altri, tele, metalli, tessuti e carte.
In queste opere si sono anche recuperati reperti non antichi e coevi alla sepoltura ma rappresentativi della storia di questo ritrovamento, come la lamiera che ha coperto la tomba dopo la sua prima devastazione dove l’antica bara e il corpo della defunta sono stati diseppelliti e vandalizzati per poi essere nuovamente seppelliti e ricoperti da uno strato di cemento.
Questo atto cruento, di difficile datazione e motivazione, forse legato alla storia dell’antica nobildonna defunta intorno al 1645, non è ancora comprensibile ma si connota come uno dei racconti misteriosi di questo straordinario sito architettonico.
Il vilipendio di questi resti mortali rappresenta solo il primo degli atti vandalici perpetrati sulle tombe e sui corpi che erano conservati al di sotto dell’antica pavimentazione della navata della chiesa di San Francesco dove si sono succeduti nel tempo il furto degli arredi funerari e i recenti riti satanici più volte documentati in Basilicata.

Tutte queste storie si intendono raccontarle attraverso le prossime manifestazioni che nel tempo si realizzeranno per valorizzare il sito della Rabatana di Tursi e che potranno essere supportate con il rigore scientifico del Comitato della Fondazione “La Rabatana” che, con studi e ricerche, potrà convalidare o meno le ipotesi che oggi è possibile solo immaginare.
La manifestazione del 17 dicembre prossimo, che verrà trasmessa in streaming sulla pagina ufficiale Facebook della Fondazione, www.facebook.com/larabatana, si concluderà alle 20 in Piazza M. SS. di Anglona di Tursi con un omaggio del cantante Marco Capuano che interpreterà una poesia dedicata alla “Rabatana” e il suo ultimo testo il cui video ha come ambientazione paesaggistica questo antico centro storico e la straordinaria visione del territorio di Tursi.