
Le tecnologie come strumenti audiovisivi didattici per l’istruzione scolastica
Gli strumenti audiovisivi per la didattica per ragazzi che appartengono al nuovo millennio trovano più difficile apprendere dai libri. Invece, trovano più facile farlo rispetto ad un film, un video, una trasmissione televisiva.
Il bombardamento mediatico a cui sono sottoposti non ha precedenti nella storia. Questo avviene tramite televisioni, media e social, raggiungibili da ovunque vista la dotazione di smartphone.
Ma il problema è: la scuola? Visto che i ragazzi sono continuamente bombardati da audiovisivi e da un certo tipo di linguaggio, come ha reagito la scuola? Come si è adattata alle nuove generazioni?
Strumenti didattici per l’istruzione scolastica
Gli audiovisivi sono entrati nelle scuole italiane timidamente, fin dagli anni settanta/ottanta visto la presenza sempre più rilevante del cinema e della televisione nella società.
Proprio a metà degli anni Settanta viene costituito nel nostro Paese Istituto Tecnologie Didattiche (CNR-ITD), ovvero il Centro Nazionale Italiano Tecnologie Educative. Si tratta del solo istituto scientifico italiano interamente dedicato alla ricerca sull’innovazione educativa. Questa innovazione è veicolata dall’integrazione di strumenti didattici e metodi basati sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
L’idea di fondo, già all’epoca, era quella di riformare completamente la metodologia dell’insegnamento facendo largo uso di mezzi audiovisivi e pratica didattica.
I principi erano assolutamente innovativi, ma in quel tempo la tecnologia non era abbastanza sviluppata per sostenere questo tipo di rivoluzione.
Si utilizzeranno infatti gli audiovisivi nei laboratori. Inoltre, saranno utilizzati in maniera sporadica, in base anche alle disponibilità dei sistemi tecnologici delle varie scuole.
Molte scuole non erano dotate di proiettori e ambienti adatti. Non avevano nemmeno in dotazione video didattici. Come strumenti didattici, gli audiovisivi erano dunque macchinosi e difficili da gestire se non in modo occasionale.
Nonostante tutte queste difficoltà comunque, gli esperti del settore rilevavano già nei primissimi anni Ottanta alcune osservazioni. Gli strumenti didattici e audiovisivi andavano a stabilire nuovi rapporti tra alunni ed insegnanti. Inoltre, aiutavano i ragazzi a memorizzare attraverso contenuti iconografici.
Era già evidente che del video non si poteva più fare a meno perché le immagini dinamiche miglioravano l’attenzione e la comprensione della teoria, favorendo l’apprendimento.
Il video come strumento didattico
Il linguaggio video è senza dubbio più vicino a quello dei giovani, lo era già negli anni Ottanta e lo è anche adesso che siamo entrati nel XXI secolo.
I tempi di un filmato sono differenti, hanno un ritmo creato appositamente per aiutare lo spettatore nell’apprendimento. Non solo, gli audiovisivi sono capaci di mantenere sempre alta la concentrazione e di essere suggestivi quando serve.
Il linguaggio filmico richiede in realtà capacità maggiori di lettura rispetto ad un libro. Questo perché il testo audiovisivo necessità di riflessioni metacognitive più complesse. Non è dunque una regressione.
Senza contare la capacità attrattiva nettamente superiore di un elemento audiovisivo rispetto ad uno esclusivamente testuale. Infatti, per un insegnante, far leggere ai ragazzi un libro è estremamente più difficile che coinvolgerli nel guardare un video.
Purtroppo per anni, questi preziosi strumenti didattici sono stati utilizzati nella maniera più sbagliata: come riempitivi per offrire una sorta di svago di qualità ai ragazzi.
Ad oggi, gli audiovisivi sono utilizzati nelle scuole come vero e proprio materiale didattico e non più come extra. Gli stessi insegnanti creano video al fine di strutturare l’insegnamento in maniera più dinamica.
La multimedialità di cui tanto si è parlato per molti anni ora si vede davvero nelle scuole. Adesso, permette agli insegnanti di strutturare le lezioni in maniera più interessante ed accattivante.
Attraverso i video, i ragazzi si sentono maggiormente stimolati. Inoltre, anche gli insegnanti riescono a esprimere meglio il loro metodo integrando gli audiovisivi nelle loro lezioni.
Al giorno d’oggi dunque questi strumenti non sono più un elemento quasi decorativo all’interno dei sistemi di insegnamento, ma costituiscono una vera asse portante del sistema didattico.
I Vantaggi delle tecnologie audiovisive
Esperienza di scrittura naturale – è come scrivere sulla carta: è come lavorare su carta! Indipendentemente dal fatto che utilizzi un dito o una penna, la tecnologia touch InGlass™ offre prestazioni touch interattive senza interruzioni, inclusi Windows Ink e il rifiuto del palmo.
Semplificate le lezioni e videoconferenze – godetevi un suono e un’immagine perfetti con una videocamera integrata ultra wide dotata di auto-framing e altoparlanti di altissima qualità.
Opzioni PC innovative e ingombro ridotto – il PC Slot-In incorporato utilizza la slot opzionale integrata OPS. Questo tutela il vostro investimento anche nel futuro riducendo contemporaneamente l’ingombro del prodotto e l’impegno per l’installazione.
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La scuola del ventunesimo secolo
Gli ultimi anni sono stati decisivi per la rivoluzione nei metodi di insegnamento, con una particolare accelerata dovuta alle restrizioni della pandemia.
Già da tempo, infatti, nei primi anni Duemila, tutti gli studi confermavano l’importanza delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in breve TIC. Queste tecnologie potevano dare un grosso contributo al miglioramento dell’istruzione.
Le TIC sono considerate uno strumento irrinunciabile anche per migliorare la qualità e il livello educativo in tutta Europa. Non a caso, gli organismi politici della UE stanno promuovendo sempre più l’utilizzo di queste tecnologie anche per l’insegnamento a distanza. Ma non solo.
Tutto ciò è stato possibile grazie allo sviluppo delle tecnologie a banda larga, un adattamento del corpo docenti a questi nuovi mezzi e lo sviluppo di nuovi contenuti appositamente studiati.
In buona sostanza ciò che sta accadendo ad oggi nelle scuole italiane ed europee è in linea con ciò che ci si aspettava dagli audiovisivi a metà degli anni Settanta.
La differenza la stanno facendo le tecnologie straordinarie che sono state sviluppate. Queste tecnologie sono disponibili oramai per tutti. Queste riescono ad integrare perfettamente gli audiovisivi, le fonti testuali ed anche l’interattività.
Tutti gli strumenti didattici includono la LIM, Lavagna Interattiva Multimediale, videoproiettori e monitor touchscreen. Questi strumenti lasciano ancora stupiti quando li si vede in funzione. Si tratta di un sistema costituito da uno schermo interattivo, da un video proiettore e da un personal computer.
Ogni cosa scritta sulla lavagna verrà digitalizzata da un software e tradotta in un file. Inoltre, ogni attività viene condivisa tra alunni e insegnante ed i contenuti multimediali, in particolare gli audiovisivi, sono attivabili con un clic.
Non è più necessario trasferire la classe in un laboratorio apposito. L’insegnante può integrare parti testuali ed audiovisive con naturalezza. Questo accade integrando il tutto con l’interattività degli studenti.
A turno infatti tutti gli alunni possono agire direttamente sullo schermo e lavorare dunque in gruppo ad un obiettivo comune, sempre sotto il controllo totale dell’insegnante.
Si consideri poi che a tutto ciò si sono aggiunti sistemi come Moodle che rendono possibile l’utilizzo della stessa tecnologia anche a distanza.
L’e-learning si è sviluppato molto negli anni Duemila, ma nel periodo della chiusura delle scuole durante la pandemia, si è assolutamente perfezionato portando a risultati che soltanto qualche anno fa erano impensabili.
L’insegnante anche nel lavoro a distanza può caricare contenuti digitali proiettati con la LIM e tutto ciò che si è scritto sulla lavagna, si possono inoltre aggiungere documentari, reportage, sceneggiati storici ed altro materiale audiovisivo.
Tutto al fine di integrare alla perfezione tutte le nozioni necessarie e strutturarle in un processo di apprendimento estremamente dinamico e attraente per i ragazzi.
Le metodologie didattiche
Le metodologie didattiche rappresentano l’insieme delle procedure e delle strategie messe in atto dal docente per conseguire specifici obiettivi formativi. Esse non sono strumenti rigidi, ma approcci flessibili e adattabili alle caratteristiche degli alunni, al contesto scolastico e ai contenuti da trasmettere.
Prima di scegliere quale o quali metodologie adottare, l’insegnante deve necessariamente conoscere le abilità di base e i bisogni educativi degli studenti. Solo attraverso un’attenta osservazione iniziale e una valutazione diagnostica è possibile progettare un percorso di apprendimento che sia realmente efficace e inclusivo. Questo approccio permette di rispettare i tempi di ciascuno e di promuovere lo sviluppo armonico delle potenzialità individuali.
Le metodologie possono essere distinte in tradizionali e innovative. Tra le metodologie tradizionali troviamo la lezione frontale. Essa è efficace soprattutto nella trasmissione di conoscenze teoriche, ma limitata nel coinvolgimento attivo degli studenti. Le metodologie innovative, invece, pongono lo studente al centro del processo di apprendimento, stimolando il pensiero critico, la collaborazione e l’autonomia.
Tra queste troviamo:
Il cooperative learning, che valorizza il lavoro di gruppo e la responsabilità condivisa;
Il problem solving, che sviluppa la capacità di affrontare e risolvere situazioni complesse;
La flipped classroom (classe capovolta), che ribalta il tradizionale schema lezione-compiti, permettendo di approfondire in aula ciò che è stato studiato a casa;
L’apprendimento per scoperta, che stimola la curiosità e l’esplorazione autonoma da parte dell’alunno.
Ogni metodologia, per essere realmente efficace, deve essere integrata all’interno di una progettazione didattica coerente e deve tener conto di molteplici fattori: gli obiettivi, i contenuti, le risorse disponibili, il gruppo classe e i tempi.
In conclusione, la scelta metodologica non può essere casuale né standardizzata. Il docente deve saper combinare più approcci in modo equilibrato e dinamico, affinché l’insegnamento diventi un’esperienza significativa per tutti gli studenti.



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