La Città Cantante
Si tratta del primo di quattro appuntamenti, curati da Pasquale Scialò, che porteranno i visitatori, nel corso del 2009, in altrettanti luoghi di Napoli legati alla civiltà musicale del Settecento (gli altri sono il Conservatorio, il Palazzo Reale e il convento di San Domenico, dove troverà posto il Museo della Musica).
Lo scopo principale è quello di far conoscere, ai napoletani ed ai turisti, italiani e stranieri, i fasti di un periodo durante il quale la città partenopea rappresentava una delle capitali della musica europea.
Riguardo alla mostra, essa si dipana attraverso un percorso suggestivo, che parte dal chiostro maiolicato, dove alcune installazioni ripropongono suoni e voci, ricreando l’atmosfera dell’epoca.
Dal chiostro si accede, poi, nel claustro dove è possibile ammirare tre organi positivi, (fabbricati rispettivamente da De Martino, Rossi e Cimino) e i busti d’argento di S. Filippo Neri e S. Alfonso Maria de’ Liguori, che normalmente sono conservati al Duomo di Napoli, nella Cappella del Tesoro di S. Gennaro.
La mostra si conclude nella Chiesa dell’Immacolata Concezione, riaperta per l’occasione e situata sempre all’interno del complesso di Suor Orsola, dove è sistemata una Macchina barocca in legno dorato, costruita per la pratica delle Quarantore, intorno alla quale è stato concepito un allestimento multisensoriale.
Chiesa dell’Immacolata
La chiesa maggiore, in origine destinata alla Congregazione e sorta già a fine Cinquecento in prossimità della cella di Orsola e del nucleo più antico della fondazione, è situata alla fine della ripida rampa che si inerpica verso la collina di Sant’Elmo dall’antico portone di accesso alla cittadella monastica. La facciata, originariamente priva di decorazione esterna, è stata completata nel secolo XVIII dal portico a tre arcate che sorregge il coro e si affaccia su di un sagrato dal quale si gode una incantevole vista del golfo e della città.
La pianta è rettangolare a navata unica priva di transetto, completata da diverse cappelle laterali. La decorazione attuale è quella riferibile alla ristrutturazione settecentesca affidata all’architetto Rocco Doyno di Venosa e presenta pareti rivestite da marmi e stucchi e la volta a botte arricchita da un ovale affrescato nel 1734 da Michele Foschini, allievo di Francesco Solimena, che rappresenta l’Assunzione della Vergine. L’affresco del coro che raffigura L’Immacolata Concezione al cospetto della Trinità è invece firmato da Pietro Bardellino nel 1767.
L’altare maggiore di marmi policromi fu realizzato nel 1743: nella cona centrale si trova la statua lignea dell’Immacolata donata a Orsola dall’abate Gregorio Navarro nel 1582 insieme a quelle di San Pietro e San Gregorio delle nicchie laterali. L’immagine della Madonna venerata in questa chiesa, e portata in processione in città in occasione delle principali festività religiose, oltre che in funzione taumaturgica per contrastare i flagelli divini, presenta infatti l’anomalia di una Immacolata con il Bambino in braccio che riprende una tradizione iconografica e devozionale di origine iberica.
Meritano particolare attenzione il seicentesco altare di scagliola e madreperla con l’immagine di San Nicola e una bella decorazione floreale posto nella terza cappella a destra la cui volta è decorata da un ciclo di affreschi attribuito alla bottega di Belisario Corenzio e il comunichino marmoreo che risale alla prima metà del Cinquecento e che mette in comunicazione la Cappella del Crocifisso, affacciata sull’altare maggiore, con la camera di Orsola. Nella stessa cappella è stata recentemente ricollocata a parete la lastra marmorea della sepoltura della nipote di Orsola raffigurata in abiti monacali accanto al marito.
La città Cantante
è stata realizzata grazie al finanziamento dell’Assessorato al Turismo e Beni Culturali della Regione Campania e al contributo del Conservatorio e della Biblioteca di S.Pietro a Majella di Napoli, del Polo museale di Napoli, della Soprintendenza di Salerno, della Discoteca di Stato, dell’Archivio storico del Tesoro di S. Gennaro, dell’ordine dei edentoristi, delle Curie di Napoli e Sorrento, della Fondazione Rocco Pagliara, del Museo Strumenti musicali Santa Cecilia, della Biblioteca Nazionale di Napoli, dell’antiquario Porcini, in collaborazione con Scabec
Il disegno Luci è stato realizzato da Cesare Accetta,
Il logo del progetto è stato creato appositamente da Ernesto Tatafiore
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