“Ho perso il conto” la scultura sonora di Mimmo Paladino
Un «altro» albero. Che invita ad andare oltre i segni (e le polemiche) di un Natale mercificato in smania consumistica ad uso dei turisti, tra luci d’artista e installazioni esplicitamente commerciali, riscoprendo invece la dimensione giocosa e provocatoria del pensiero divergente, come quello dell’autore di Alice nel paese delle meraviglie. Si intitola non a caso «Ho perso il conto» (citazione dal capolavoro di Lewis Carroll) il laicissimo ed essenziale albero blu mare – alto 25 metri e svettante con la sua verticalità che invita ad alzare gli occhi al cielo – la nuova «scultura sonora e parlante» costellata di numeri danzanti, creata da Mimmo Paladino per Foqus, la Fondazione che sta cambiando il volto dei Quartieri Spagnoli.
C’è tanta vita che gira intorno a questa sorta di torre barocca, intrisa di memorie architettoniche e popolari, un po’ albero di una nave e un po’ guglia», dice Paladino alla vigilia dell’inaugurazione di questo simbolico obelisco senza fronzoli, realizzato dai maestri artigiani di Nola dell’Antica Bottega d’Arte di Giuseppe Tudisco, a cura di Eduardo Cicelyn, con luci di Cesare Accetta: «Ho lavorato bene con loro – aggiunge l’artista – per realizzare un’opera simile a Lecce, un albero della Cuccagna per Achille Bonito Oliva.
Creatori dei Gigli, hanno una grande capacità di innalzare strutture che sfidano il cielo. Ma la bellezza antica di questo sito è rivissuta qui, ora, con una vitalità che mi sorprende: ben echeggiata dalla colonna sonora di Pasquale Scialò, che ha saputo dare anima alla scultura con la musicalità della gente del quartiere, delle sue mamme e bambini.
E anche il valore enigmatico, cabalistico dei numeri assume così un carattere ludico che intreccia mistero e festa, rendendo l’arte forse necessaria: perché davvero, al di là della filastrocca di Alice, oggi abbiamo perso il conto di tante cose. A cominciare dalla bellezza». Non a caso, ad eseguire le musiche composte per l’occasione da Scialò – assemblando le «voci di dentro», i suoni e i rumori dei Quartieri, anche con l’aiuto di attori dal timbro inconfondibile come Franco Iavarone – sarà l’Orchestra sinfonica dei ragazzi dei Quartieri Spagnoli, promossa dall’Accademia di Musica Europea: è uno dei frutti dell’«albero dei sogni possibili» germogliati nell’incubatore sociale di Foqus, officina creativa di iniziative e di imprese sostenibili.
Una nuova opera permanente, la scultura sonora di Mimmo Paladino a Napoli. Foqus continua la rigenerazione urbana nei Quartieri Spagnoli. Porte aperte alla Fondazione Foqus che promuove l’autoimprenditorialità nel cuore dei quartieri spagnoli: tre giorni di mostre, performance e inaugurazione di una scultura sonora di Mimmo Paladino.
La creazione si intitola “Ho perso il conto” ed è aperta al pubblico, che potrà visitarla nella sede di Foqus, nel cortile dell’ex convento di Montecalvario, fino alle fine delle feste natalizie. Alto una ventina di metri, colorato di un blu intenso che ricorda quello del mare e composto, anziché dalle solite palline colorate, da grandi numeri che ricordano il tempo che scorre. » un albero di Natale speciale quello che si innalza tra i tetti dei Quartieri spagnoli di Napoli.
Tre giorni di performance ed esposizioni
Tutto questo sarà presentato il prossimo 17 dicembre nel corso di una giornata a Porte Aperte, anticipata da tre giorni di performance ed esposizioni organizzate dalle varie realtà, tra cui l’inaugurazione (il 15 dicembre) di un’opera inedita e permanente di Mimmo Paladino, a cura di Eduardo Cicelyn: la scultura sonora Ho perso il conto, accompagnata dalle luci di Cesare Accetta e dai suoni del compositore Pasquale Scialò.
Macchina della festa, obelisco, guglia o giglio, la scultura di Paladino si ergerà, così, nel cuore dei Quartieri Spagnoli come un sogno o un incantesimo barocco: una variazione sul tema di quell’Albero della Cuccagna già esposto a Lecce per Achille Bonito Oliva.
Galleria multimediale dell’evento
Su invito di Rachele Furfaro e Renato Quaglia – rispettivamente Presidente e Direttore della Fondazione Quartieri Spagnoli – l’artista ne ha fatto, infatti, una rielaborazione, coinvolgendo nella sua realizzazione alcuni giovani del Centro per la disabilità di Foqus, sotto la supervisione dei Maestri Artigiani di Nola. In linea con l’idea di opera partecipata e musicata.