Ceal Floyer
Vincitrice nel 2007 del prestigioso Preis der Nationalgalerie di Berlino e tra gli artisti invitati a esporre al 2008 Frieze Project (il programma speciale della Frieze Foundation realizzato annualmente in connessione con Frieze Art Fair e in collaborazione con la Fondation Cartier), Floyer si è imposta a livello internazionale con una ricerca, capace di coniugare insieme lo spirito dissacratore del dadaismo con i linguaggi della tradizione concettuale e minimalista.
La mostra di Ceal Floyer a cura di Mario Codognato presenta una selezione di lavori, con una rivisitazione specifica deliberatamente studiata per gli spazi del Museo MADRE.
Circa 15 opere divise tra video, istallazioni e sculture, permettendo di ripercorrere il percorso artistico di Ceal Floyer. La mostra è allestita nei nuovi spazi del secondo piano precedentemente occupati dal bookshop, ed ora dedicati all’esposizioni temporanee. La chiarezza del pensiero di Ceal Floyer e la presentazione volutamente sintetica delle sue idée, si rivela in ogni aspetto della sua arte. La sorprendente semplicità del suo lavoro è sempre impregnata da una particolare vena di ironia, con il proposito di rappresentare la consapevolezza dell’assurdo. L’uso del doppio significato in ogni opera, inteso come un duplice punto di vista della stessa, costringe lo spettatore a rinegoziare la propria percezione del mondo. Tutti i suoi lavori, tutti gli oggetti da cui sono composti sono sempre readymade, tutti nascono con l’intento di esaminare la tensione dialettica che inevitabilmente si crea tra l’ordinario ed il suo essere concreto, come una costruzione immaginifica del significato reale, del valore reale, legato all’uso stesso degli oggetti rappresentati.
“La mia intenzione è vedere le mie idee dimensionate alla vita reale, nella vita reale, non soltanto in rapporto alla loro dimensione, alla scale di rappresentazione, ma in termini del loro valore riguardo alla situazione alla quale si rapportano o al loro stesso significato. Le mie opere sono molto di più di idee aldilà di qualcosa. L’arte dopotutto non è altro che una possibile manifestazione, una sorta di Cavallo di Troia per le idee.”