La Certosa di San-Martino a Napoli

Museo di San Martino

La Certosa di San Martino, accanto a Castel Sant’Elmo, da settecento anni domina la città di Napoli dalla collina del Vomero. Da quassù si può abbracciare in un solo lo sguardo Napoli e l’intero golfo.

Il museo si compone di 70 sale, dove sono esposti reperti di diverse epoche della storia della città di Napoli. Dipinti e sculture dal 13° al 19° secolo documentano aspetti della società partenopea nelle varie epoche storiche; interessanti le sezioni dedicate al teatro, alle feste e ai costumi.

Museo di san-martino napoli-side

Un esempio splendido dell’arte napoletana seicentesca è costituito dal Chiostro Grande e dei Procuratori. Al centro del Chiostro Grande, progettata da Dosio su un preesistente chiostro trecentesco, c’è il cimitero dei Certosini con la balaustra barocca decorata con teschi ed ossa. Un’altra meraviglia del luogo da visitare sono i giardini pensili, da cui ammirare lo scenario del Golfo di Napoli, un must assoluto per chi visita la città per la prima volta.

Storia di uno straordinario complesso monumentale con opere splendide dell’ arte napoletana

La Certosa, fondata nel secolo XIV per volontà di Carlo II d’Angiò (vi lavorò, tra gli altri, Tino di Camaino), fu ristrutturata tra la fine del Cinquecento e il secolo successivo. A Cosimo Fanzago si devono gli apparati decorativi che ammiriamo in vari ambienti del monastero e che fanno di questo monumento una delle espressioni più celebri del Barocco Napoletano: come la splendida decorazione marmorea della chiesa, impreziosita anche dagli stucchi di Vaccaro, dal pavimento marmoreo della navata centrale, opera di Fra’ Bonaventura, e da numerose opere d’arte: le statue del Battista e di San Girolamo poste all’ingresso, sempre del Fanzago, due tele con Mosè ed Elia di Jusepe de Ribera, la Deposizione di Massimo Stanzione. Nella Cappella del Tesoro si trovano l’altare settecentesco in lapislazzuli, una Deposizione di Ribera e numerosi affreschi di Luca Giordano, tra cui il Trionfo di Giuditta, del 1704, che adorna la volta. Di rara bellezza è anche il Coro dei Conversi, con gli stalli lignei intarsiati con santi, paesaggi e vedute.

Quando si parla della Certosa non si può non parlare anche della sua vigna coltivata all’epoca dai monaci certosini. Attualmente con i suoi 7 ettari costituisce uno dei vigneti urbani più grandi d’Europa. Scampata miracolosamente alle speculazioni edilizie degli anni ’60, costituisce un’importante polmone verde della città ed è oggi monumento nazionale.

Affascinanti le Carrozze esposte nel Chiostro dei Procuratori o la Sezione navale contenente le imbarcazioni della Regia Marina con i due pezzi forti: la Lancia reale a 24 remi di epoca borbonica e quella a 14 remi di Umberto I di Savoia.

L’androne delle carrozze

Carrozza degli Eletti-side

L’androne delle carrozze, di collegamento tra il Chiostro dei Procuratori e i giardini della Certosa, coperto e pavimentato intorno al 1886 nel corso dei lavori di riordino museale curati dall.arch. Alberto Avena, ospita due carrozze: la più antica è una carrozza di gala in legno dorato, impreziosita da placche in rame un tempo dipinte, sete e velluti, commissionata dal Tribunale di San Lorenzo tra fine Seicento e inizio Settecento per gli Eletti della Città e donata al Municipio di Napoli nel 1865.

 

La Galea di Carlo di Borbone

Galea al museo di san martino

Il pezzo forte dell’esposizione permanente: una lancia di venti metri in legno intagliato e dorato, con baldacchino decorato nel “soffitto” da Fedele Fischetti, con lo stemma delle insegne cavalleresche della città.

La Galea di Carlo III, una gondola nera servita per il trasbordo dei regnanti quando partecipavano a feste sul mare o con funzioni di collegamento nel passaggio da una nave all’altra, con il suo fasciame intarsiato è un esempio delle abilità di una manodopera napoletana che assicurava qualcosa di più di un artigianato di pregio ai cantieri del re.

 

Lancia reale a 14 remi di Umberto I di Savoia

Lancia reale-side

La grande lancia, a 14 vogatori, fu trasferita dal Reale Arsenale nel 1917. Costruita per il sovrano sabaudo, rappresenta uno degli ultimi lussuosi esemplari di barche a remi per parate e cerimonie pubbliche.  Legno di quercia, abete, cipresso e tasso, verniciato, intagliato e dorato; ottone, rame e bronzo; metri 14 x 2,64 x 2,14 altezza massima; provenienza: cessione del Ministero della Marina 1917

Maestranze dell’arsenale di Napoli su disegno dell’ing. E. Frigeri – 1889.