Retrospettiva di Julian Schnabel
Grandi tele a colori forti nelle quali file di piatti in ceramica affondano in un piano di argilla plastica: l’opera di Julian Schnabel – in mostra a Napoli fino a metà gennaio 2005 – utilizza la materia come elemento di forte impatto visivo, informando le superfici bidimensionali come se fossero bassorilievi.
Artista e cineasta, Schnabel (New York, 1951) ha diretto nel 1996 Basquiat, biografia cinematografica dell’artista americano e fedele fotografia del panorama artistico della New York degli anni Ottanta, e nel 2000 Before Night Falls, un film dedicato al poeta e scrittore cubano Reinaldo Arenas.
Un’ampia retrospettiva per Julian Schnabel in anteprima mondiale.
Lui c’era. A New York, negli anni ’80. E quell’epoca l’ha vissuta intensamente. Tanto da raccontarla in due film. Pittore, regista, ma soprattutto artista “attivista”, dall’anima latina. Per inaugurare la nuova kunsthalle partenopea…
Il rapporto dialettico tra cultura americana ed europea sembra personificato da Julian Schnabel, cresciuto a New York ma di anima e sentimenti latini. Sposato con una spagnola, vincitore acclamato nei festival di cinema con Before Night Falls -biografia dello scrittore ed esule cubano Reinaldo Arenas- e con Basquiat, sulla vita maledetta del più famoso artista nero della storia, Schnabel è innamorato di tutto ciò che è mediterraneo. Come il calore delle luci e dei colori che è capace di restituire con una sensibilità spasmodica e con ineguagliata capacità. Indifferentemente sulla tela e sul grande schermo.
Sembra perfettamente a suo agio, qui nel nuovo padiglione latino americano della Mostra d’Oltremare che da ora in poi sarà per Napoli una sorta di kunsthalle, in grado di sviluppare programmi adeguati ai principali protagonisti dello scenario internazionale. “Questa architettura” dice l’artista “mi ricorda quella edificata dal regime di Castro a Cuba, entrambe sono i modelli utopistici del fallimento di un ideologia: quella comunista a Cuba e quella fascista a Napoli”.
Le superfici dei quadri, esposti in questa unica tappa italiana di un tour europeo (Schirn Kunsthalle di Francoforte e Reina Sofia di Madrid) sono monumentali, i lavori più recenti superano i sei metri per sei, i materiali applicati sulla tela sono i più disparati. Nell’intreccio tra figurazione, astrazione e decorazione, i frammenti hanno un valore quasi concettuale rifacendosi da un lato all’operazione del Ready made di Duchamp e dall’altro richiamando certe soluzioni tipiche dell’Arte Povera. Si va dai Plate paintings che lo hanno reso famoso alla fine degli anni ’70, ai più recenti della serie Los patos del Buen Retiro dipinti su sontuosi velluti rossi che sono un omaggio alla Spagna e alla cultura del Seicento. di maya pacifico
La mostra è curata da Eduardo Cicelyn.
Organizzazione generale: Civita